NOCI - Una stagione da incorniciare quella del pallamanista nocese Vincenzo Laera che ha conquistato la promozione in Serie A Gold con il Camerano ed ha collezionato diversi successi da allenatore in Serie B e con le formazioni under della società marchigiana.
Il classe ‘98 da due anni ha deciso di sposare il progetto della Pallamano Camerano diventando una colonna portante della società sia in campo che fuori. In questa stagione i marchigiani hanno conquistato la promozione nella massima categoria nazionale grazie alla decisiva vittoria nei play-off contro il San Giorgio Molteno dopo aver chiuso la regular season al primo posto. Laera è stato anche capocannoniere della stagione regolare grazie alle 172 reti segnate ed è stato protagonista anche nella fase play-off in cui ha siglato 25 reti. Non solo campo, però, per il nostro concittadino, che quest’anno ha diretto la formazione impegnata nel campionato di Serie B con cui è riuscito ad ottenere la promozione in Serie A Bronze ma anche con le squadre under. Con l’under 17 si è laureato vice campione d’Italia, con l’under 13, invece, ha vinto lo scudetto durante le finali svolte al Festival della Pallamano dal 2 al 7 luglio. In seguito a questi importanti traguardi, Laera ha risposto alle nostre domande.
Da quanto tempo giochi a Camerano e cosa ti ha spinto ad andare in questa società?
“Gioco a Camerano da due anni e mi accingo a giocare la terza stagione qui. Per me è stato totalmente nuovo conoscere questa società, dato che qualche anno fa non se ne sentiva parlare moltissimo. Ѐ stato un amore a prima vista. Tutto è cominciato grazie a Davide Campana che da parte mia ha trovato sin da subito un riscontro positivo nel venire a Camerano. Sono arrivato spinto dalla voglia di una nuova esperienza e dal fatto di andare in una società piena di passione e di giovani ragazzi”.
Quando vi siete resi conto della possibilità di ottenere la promozione in Serie A Gold?
“Questo anno si è disputata per la prima volta la seconda serie nazionale a girone unico, ci aspettavamo quindi grandi difficoltà e maggiore intensità nelle partite durante la stagione e così è stato. Abbiamo fatto un percorso netto con due sole sconfitte in tutta la stagione ma tutte le partite sono state dure e non ci sono quasi mai stati match dal risultato scontato. Infatti ci sono state molte sfide vinte di poco margine. Non ci aspettavamo di fare questo campionato ad inizio anno ma l'appetito vien mangiando e quindi grazie alla fame accumulata partita dopo partita, grazie al duro lavoro con cui il gruppo giovanissimo è cresciuto esponenzialmente e grazie ad un pizzico di fortuna il sogno è diventato realtà”.
Sei pronto il prossimo anno a sfidare altri 3 nocesi sui campi di serie A?
"Sì, sono pronto ad incontrare i miei migliori amici che cito: Ignazio Degiorgio, Riccardo Fasanelli e Daniele De Luca nonché miei fratelli. Li cito perché i fratelli sin da piccoli sono i nostri primi avversari nelle sfide giornaliere. Non vedo l'ora che inizi il campionato per poterli affrontare".
Oltre a giocare alleni anche. Quando hai iniziato questa avventura?
“Ho iniziato l'avventura da allenatore quando sono andato via dalla Puglia. Il mio primo anno fuori casa, a Benevento, ho allenato qualche volta dei ragazzi ma senza un impegno fisso. Poi il primo anno a Camerano ho voluto allenare il gruppo under 17 per tutta la stagione, all'inizio come tutto ciò che viene fatto per la prima volta ero un po' contratto, ma ho trovato un gruppo fantastico e siamo cresciuti insieme, poi sono un ragazzo che trae sempre dagli insegnamenti e dalle esperienze che vive quindi da tutti gli allenatori che ho avuto”.
Il ricordo più bello di questa stagione da allenatore?
“I ricordi più belli che ho da allenatore sono molteplici a partire da quando dopo due anni di lavoro con i ragazzi dell'under 17 eravamo nel campo di Chieti a cantare l'inno nazionale prima che iniziasse la finale scudetto. La finale è stata contro Cassano Magnago e per me è stato un piccolo ritorno al passato perché esattamente il 2 giugno di 10 anni prima da giocatore avevamo vinto con il Noci lo scudetto della stessa categoria proprio contro il Cassano Magnago. Siamo arrivati secondi, ma il percorso fatto è stato un piccolo puzzle dove tutti i pezzi coincidevano perfettamente e ringrazio appunto tutti i ragazzi che mi hanno ascoltato tutti i giorni durante l'anno. Poi emozioni enormi le ho vissute anche con il gruppo under 13 che ha vinto lo scudetto a Misano, non sono il loro allenatore perché ho sostituito in corsa il loro mister alle finali, ma mi sono subito affezionato al gruppo e si è creata la giusta sinergia anche in pochi giorni, sono stati dei soldatini e si è vinto lo scudetto nonché il primo della società. Ricordo anche il terzo posto Under 20 da secondo allenatore e la promozione in Bronze da primo”.
Preferisci più giocare o allenare?
“Per adesso preferisco giocare ma allenare devo dire che mi sta piacendo tanto. Tra giocare e allenare c'è molta differenza, ma entrambe le cose mi regalano emozioni che mi fanno sentire veramente soddisfatto. Giocare a questo sport da 17 anni mi spinge ad essere da esempio nei confronti dei più piccoli quando sono nelle vesti di giocatore”.
Torneresti mai a Noci?
“Noci è la città in cui sono cresciuto e quel palazzetto è stato il luogo del primo scudetto di questa società. Quel palazzetto è stato punto di riferimento di tanti miei coetanei, perché Noci fa ed ha fatto sempre rima con la parola pallamano. Non chiudo mai le porte con nessuna società, se ci fossero giuste condizioni e buone idee e progetti, magari , un giorno, le strade potrebbero rincontrarsi”.